lunedì 2 gennaio 2012

Recensione: Midnight in Paris



Per descrivere questo film basterebbe una sola frase “E’ un film di Woody Allen”. Questo è sarebbe sufficiente per descrivere l’intero film, una delle poche persone a mio parere rimaste che amano VERAMENTE il cinema. Questo film è un connubio eccezionale di astrattismo, riflessione ed esaltazione della città. Allen è in grado di esaltare la bellezza di una città come nessuno sa fare, lo prova il fatto che ogni volta che esce un suo film la gente la prima cosa che chiede è “In che città è girato?”, in questo caso Parigi. Mi sono imbattuto in un inizio tra i più particolari che abbia mai visto, nei primi 4 minuti del film si vede solo riprese della città accompagnate da una dolce musica probabilmente tipica di Parigi. Questa scena che esalta bellezza e particolari di Parigi (anche sotto la pioggia), che ci fa dire “woooow meravigliosa”. La storia parla di un uomo (Owen Wilson), in particolare uno scrittore, che si trova a Parigi in vacanza con la fidanzata (Rachel McAdams). Lui sogna di vivere a Parigi negli anni ’20 e per questo è depresso e malinconico, però una sera, vagando da solo per la città, allo scoccare della mezzanotte lui si ritrova catapultato per davvero degli anni ’20. Qui incontra una miriade di importantissimi personaggi, quali artisti, pittori, scrittori quali: Francis Scott Fitzgerald, Ernest Hemingway, Picasso, Dalì, Matisse e molti altri. Con loro instaura un’amicizia, si fa consigliare per il suo manoscritto, partecipa a feste e ha modo di riflettere molto su se stesso e capire meglio la sua situazione umorale. Il film quindi si volge con lui che di giorno viaggia per Parigi nel tempo odierno e di notte esce per viverla in un tempo passato. In questo tempo incontra una ragazza che invece sognava la Belle Époque. I due si innamoreranno e una sera viaggeranno ancora più indietro, fino all’800. Qui, anche se lei era felice, vivevano persone che sognavano tempi ancora più passati, ed è qui che capisce che le persone non importa in che periodo vivano, sogneranno sempre qualcosa di passato. Quindi il film, come ho detto, è pieno di astrattismo (per il fatto di tornare indietro nel tempo) e di riflessione, perché ci fa capire che le persone desiderano sempre cose che non possono avere. Il presente è nostro, il futuro si plasma, il passato no (e non lo possiamo avere).

Un capolavoro di film che non può non appassionare e incantare, anche colore che, amanti dei film con più frenesia o azione, lo possono trovare a volte un po’ noioso.

VOTO: 8.5/10

Voto MYmovies: 3.52/5
Voto Metacritic: 81/100
Voto Metacritic user: 7.7/10

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