lunedì 2 aprile 2012

Less than zero (Meno di zero)

Recensione libro

Bret Easton Ellis è uno dei miei scrittori preferiti, essenziale,ironico e drammatico al tempo stesso,presenta la realtà come un agglomerato di sesso,droga e perversioni di ogni genere. In tutti i suoi libri si ritrovano queste tematiche(opportunamente dosate in base all'argomento trattato) che finiscono sempre col rendere l'idea di una realtà grottesca e ben poco sentimentale. In particolare in questo libro,pubblicato nel 1985 e scritto in giovanissima età,Ellis focalizza la sua attenzione sulla vita di un giovane,Clay,che,figlio di una coppia di celebrità del mondo di Holliwood,torna a casa dal New Hampshire per trascorrere le vacanze di natale a Los Angeles con la famiglia. Intontito dalle droghe che assume per rendere la realtà più colorata,Clay,ritrova i suoi vecchi amici: Trent, Rip, Julian ma anche Blair,la sua ex ragazza. Tra droghe di vario genere e amori promisqui(l'omosessualità,oltre che a Clay,pare appartenga alla vita di Ellis stesso),il poco vivace personaggio principale, vive la vita come fosse una noiosa e poco attraente condanna. Piatta,priva di significato e di valore(tutti i personaggi sono figli di ricchi produttori e vivono nella totale ricchezza) l'esistenza di tutti i personaggi(quella di Clay in particolare) si trascina avanti quasi come una forzatura. Nel tentativo,a mio parere ben riuscito,di rendere l'idea di un mondo in cui tutto ormai è concesso e tutto è reso possibile dal denaro,Ellis adotta uno stile narrativo che,oltre che lento è decisamente sedante. Se da un lato descrive la vita ben sopra le righe di tutti i suoi personaggi,dall'altro, lo fa con il preciso intento di paracadutare il lettore in un'esistenza tanto scintillante quanto noiosa e incolore. Sentimenti come noia,voglia di fare altro, voglia di fuggire, vengono iniettati nel lettore attraverso una trama nella quale apparentemente non succede niente di eclatante. Leggendolo,si ha come l'impressione di perdere tempo,a tratti ci si annoia e a tratti ci si annoia di più,ma è proprio questo l'intento dello scrittore. Se agli occhi del lettore il libro sembrasse eccitante e travolgente,allora tale lettore farebbe meglio a rivendere il libro e comprarne un altro perchè sarebbe  evidente la sua incompetenza. Ma dove sta l'ironia?. Nel corso del libro ritroviamo molti cenni e critiche alla società americana,ma non a tutta. A dire il vero le critiche di Ellis non sono mai esplicite e per la maggior parte del libro si ha l'impressione che lui stesso si trovi bene in quel mondo di ricchi sfondati e senza emozioni particolari. Se invece,ad una seconda lettura,stiamo più attenti,vediamo che le note negative(mooooolto tra le righe) affiorano ripetutamente. Tali velatissime note comunque ,vengono sempre presentate in chiave ironica( prese di giro e simili) e ,come dicevo prima,non investono la società americana nel suo complesso: sono rivolte a situazioni in cui i ricchi holliwoodiani si vengono continuamente a trovare(figli ai quali le attenzioni vengono dirette attraverso regali galattici e mai attraverso affettuosi gesti) ma anche la chiesa ,in almeno un'occasione, non viene risparmiata. Nel suo complesso però Ellis pare dirci: "Nell'alta società questa è la vita.Più difetti che pregi. Io però ci vivo volentieri". Va da sè che Ellis rivolga parte del libro alla tematica dell'apparenza: inevitabile e principale caratteristica dell'alta società,in particolare del mondo dello spettacolo. L'apparenza,l'aspetto fisico,i vizi(più di ogni altra cosa),lo status paiono essere le uniche cose che contano.
Per quanto riguarda la trama essa si sviluppa attorno al personaggio di Clay(probabilmente lui è Ellis)che,intontito dall'alcol e dalle droghe ,non riesce ad affrontare le situazioni che si vengono a creare,preferendo fuggire(il tema della fuga è ricorrente). La trama ,altrimenti lineare,è resa meno nitida dal fatto che è Clay il narratore,e poichè è sempre in balia di qualche sostanza, la realtà dei fatti viene sempre distorta o resa meno comprensibile di quello che è davvero. Non c'è un vero inizio nè una vera fine,solo lo svolgimento che, finito il libro, continua nella sua noiosa routine.
Nel complesso non un libro che può essere apprezzato da tutti.
Voto: 6.5/10

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